Dune di sabbia colorate di rosso, una varietà di fauna selvatica e orizzonti infiniti … I paesaggi unici della Namibia ti fanno sentire come se fossi atterrato su un altro pianeta.
La Namibia è in Africa, situata lungo la costa sud-occidentale, appena sopra il Sudafrica.
È un paese grande, ma scarsamente popolato, infatti è il secondo paese meno densamente popolato di questo pianeta.
Solo due milioni di persone vivono in Namibia, ma è due volte più grande della Germania. E parlando della Germania, la Namibia era una colonia tedesca, fino a diventare indipendente 25 anni fa.
L’essenza di questo paese ce la racconta Stefano che ha intrapreso un incredibile FLY&DRIVE tra i paesaggi più spettacolari del continente Africano.
Namibia: Diario di un Viaggio Inaspettato
Piccola parentesi introduttiva poco prima di cominciare: mi chiamo Stefano Fornasiero, ho 29 anni (28 quando in Settembre ho intrapreso il Fly&Drive in Namibia), sposato con Veronica (29 anni) e siamo dei viaggiatori abituali.
La nostra filosofia di viaggio ideale è il “Fly&Drive” fondamentalmente per la libertà che esso ci concede.
Con questa tipologia di viaggio abbiamo girato le due isole della Nuova Zelanda (viaggio di Nozze, 2015) e l’Islanda (2016). Ci siamo appoggiati ad un’agenzia specializzata in Africa, la quale si è preoccupata per le prenotazioni delle strutture, del volo e del noleggio auto (Toyota Hilux 4×4). Per quanto riguarda l’itinerario, ho acquistato dal sito della Garmin la mappa dell’Africa Australe e l’ho caricata sul mio navigatore, dopo aver scrupolosamente pianificato ogni singola tratta con il programma Garmin Base Camp.
Devo dire che è stata una bella sorpresa, in quanto non ha sbagliato un colpo. Da sottolineare che i punti di interesse la Garmin li ha presi dal famoso sito “track4africa” e si sono dimostrati davvero una garanzia. Appassionato di fotografia (livello amatoriale) sono partito con la mia Nikon D3200 (che mi ha lasciato dopo anni di onorato servizio a metà viaggio ed è stata sostituita con una Nikon D5300 acquistata a Swakopmund), un grandangolo 55-105 e un teleobiettivo 50-300.
Tutte le foto che troverete in questo diario di viaggio sono state scattate dal sottoscritto e spero riescano a trasmettervi l’emozione provata fotografando la Bellissima Namibia.
02/03 Settembre [Milano – Addis Ababa – Windhoek]
Pronti partenza via. Volo Ethiopian Airlines (molto comodo) da Milano Malpensa, scalo tecnico a Roma per imbarcare altri passeggeri e poi via in notturna per Addis Ababa. Il volo è stato effettuato da un nuovissimo Boeing 787. Addis Ababa, hub della compagnia, è un aeroporto funzionale ma abbastanza disorganizzato. Nulla di trascendentale comunque. Il volo per Windhoek (sempre operato da Ethiopian Airlines) è stato effettuato con un più’ datato (ma pulitissimo) Boeing 737. Atterrati a Windhoek, la temperatura è davvero una favola, 26 gradi con un bel venticello caldo.
In circa un’oretta sbrighiamo i controlli doganali ed effettuiamo il “check-in” per il ritiro del nostro fuoristrada. Settato il navigatore, partiamo alla volta della nostra Guesthouse a Windhoek. Il traffico è veramente limitato (soprattutto che per chi é abituato a guidare nel traffico di città). La guida a sinistra non è stata un problema in quanto già sperimentata in Nuova Zelanda.
Arrivati in Guesthouse, check-in e subito spesa alla Spar in quanto il giorno successivo ci aspettava la trasferta per il Kalahari. Cena presso il famosissimo locale “Joe’s Beer House” dove abbiamo avuto il piacere di gustare prelibatezze del luogo alla griglia (Oryx, Springbok, Coccodrillo, Zebra, Kudu). Da questa cena capimmo che il Namibiano ama mangiare carne, specialmente carne grigliata.
04 Settembre [Windhoek – Deserto Del Kalahari]
Colazione e partiamo elettrizzati alla volta del deserto del Kalahari. La strada (B1) è asfaltata, in ottime condizioni. Faccio una premessa: la Namibia è tristemente famosa per l’alto tasso d’incidenti, spesso mortali che avvengono sulle strade.
Questo è dovuto fondamentalmente e quasi nella totalità dei casi (lungi da me pero’ generalizzare) per un solo fattore: la stupidità umana. Rispettate i limiti di velocità, valutando la condizione delle strade e sicuramente non avrete alcun tipo di problema!
Se vi piace guidare in Namibia troverete pane per i vostri denti. Vedrete adagio adagio la città che lascia spazio alla caratteristica erba gialla del Kalahari. Se poi vi piace fotografare è la fine! Ci sono degli scorci davvero sorprendenti e unici nel loro genere. A metà strada, due piazzole di sosta (con relativo segnale) ci indicano che stiamo oltrepassando il tropico del Capricorno (emozionante davvero), scatto di rito oserei dire d’obbligo. Non è strano incontrare ai bordi della strada Dik Dik (piccole antilopi), facoceri e Struzzi. Il nostro lodge si trova immerso nel Kalahari. E’ all’interno di una riserva privata con diversi tipi di antilopi, zebre, gnu e struzzi. Una volta effettuato il check-in, abbiamo noleggiato delle biciclette elettriche ed abbiamo effettuato in tutta sicurezza un bike-safari all’interno della proprietà. Un’emozione davvero unica. Il viaggio, dopo appena due giorni è già sorprendente.
05 Settembre [Deserto Del Kalahari – Deserto del Namib]
Seconda tratta del viaggio, passaggio dal deserto arido del Kalahari al deserto rosso del Namib. La strada da percorrere (la C19) è forse una delle più ostiche di tutto il viaggio. Infatti le nostre previsioni non ci hanno smentito, 100 km e ci esplode la gomma posteriore sinistra. Andando adagio, non è successo nulla. Semplicemente abbiamo dovuto accostare la macchina a bordo strada e procedere con la sostituzione della gomma. Una volta arrivati a Sossusvlei, presso il benzinaio, ci hanno cambiato e sostituito la gomma che ci è stata rimborsata una volta riconsegnata la vettura all’autonoleggio. Anche qui paesaggi davvero incredibili e giornata trascorsa in un batter d’occhio.
06 Settembre [Deserto del Namib]
La giornata è dedicata alla visita del Canyon e delle famose dune di Sossusvlei. La prima su cui ci si può’ arrampicare è la duna 45. Non chiedetemi con quale fortuna sia riuscito a fotografarla senza persone (anche se devo ammettere che non c’era molta gente). Se si prosegue fino in fondo, si arriva ad un posteggio dove partono le navette per Deadvlei. Consiglio di prenderle in quanto si tratta di una strada sabbiosa, quindi il rischio di rimanere insabbiati è altissimo. Deadvlei è davvero suggestivo, un vecchio bacino idrico tra le dune, dove riposano scheletri di alberi che contrastano benissimo con il rosso del deserto. Big Mama e Big Daddy sono altre due dune che si innalzano nei dintorni. Anche qui consumerete la vostra macchina fotografica, ma il risultato è garantito. Vedere per credere.
07 Settembre [Deserto del Namib – Swakopmund]
Le strade C19 e C14 verso Swakopmund. Durante il tragitto, caratterizzato da tratti più o meno belli, si attraverserà un’altra volta il tropico del Capricorno (a mia detta veramente emozionante, anche se fondamentalmente è “solo” un cartello”). Noterete il panorama mutare, fino a quando la strada diventerà una “Salt Roard” e Walvis Bay apparirà davanti ai vostri occhi.
Le città di Walvis Bay e Swakopmund sono dei porti di mare che si affacciano direttamente sull’Oceano Atlantico. Il clima è decisamente il più fresco della Namibia. Al mattino troverete nebbia (eh si, alla San Francisco per intenderci) e molta umidità. Il tutto nel primo pomeriggio sale, lasciando spazio alla città ed alle sue attività. Proprio per questa motivazione decidiamo di recarci nel pomeriggio alla riserva di Foche di Cape Cross (Nord di Swakopmund). Immaginate quante più foche riusciate a collocare davanti ai vostri occhi. Fatto? Ecco, a Cape Cross ne vedrete molte di più. E fortunatamente il vento girava dalla parte giusta, altrimenti avrete la “fortuna” di sentire altri tipi di odori! Sul ritorno, puntatina veloce anche al relitto della Zeila, una nave arenata sull’atlantico.
E’ stata proprio una puntata velocissima in quanto se scendente dalla macchina sarete circondati da venditori ambulanti che tenteranno di vendervi ogni cosa. Sapendo che ci avrebbero aspettati, siamo entrati in auto, fatto due foto dalla macchina, e via verso Swakopmund. E’ stato rapido ed indolore ma la foto parla da se’. Serata in un ristorantino di Swakopmund dove abbiamo gustato delle prelibatezze del pescato locale.
08 Settembre [Walvis Bay]
Sveglia di buon mattino ed appuntamento con un tour operator locale presso il porto di Walvis Bay. Gita in catamarano per ammirare la fauna locale. Favolosi i pellicani che sono saliti a bordo, così come le foche. Anche qui, possibilità di scatto infinite ed esperienza favolosa. Piccolo giro sul Water Front di Walvis Bay dove abbiamo visto qualche fenicottero.
09 Settembre [Swakopmund – Brandberg]
La C34 e successivamente C35 ci catapultano in un paesaggio più simile a quelli già visti antecedentemente all’esperienza costiera. Il massiccio del Brandberg si eleva maestoso davanti a noi. Le distese che lo avvolgono sono le terre degli elefanti di Montagna. Questo mammifero differisce dai “colleghi elefanti” giacché più tozzo e più propenso agli spostamenti.
Il nostro lodge si trova esattamente nel mezzo dei sentieri battuti dagli elefanti, ed organizza tour per il loro avvistamento. Decidiamo di affidarci agli esperti e fortunatamente la nostra fiducia è stata ricompensata. Qualche ora prima del crepuscolo infatti ecco il branco di elefanti comparire e passare a qualche metro da noi. E’ stato veramente emozionante. Vedere questi animali in libertà a pochi passi dalla nostra Jeep è stato semplicemente magico. Inutile dirle le enormi possibilità di scatto che si sono presentate. Vi allego qualcosa… Nonostante il nostro lodge non sia un 5 stelle (si è dimostrato essere il meno “adatto” del viaggio) la presenza degli elefanti ha reso il tutto magico ed entusiasmante.
10 Settembre [Brandberg – Khorixas]
Di sicuro la tratta meno entusiasmante del viaggio sia come percorso sia come punti di interesse. La montagna bruciata con gli “Organ Pipes” e la foresta pietrificata sono sicuramente suggestivi ma non impressionanti. Menzione di rilievo per le incisioni di Twyfelfontein (patrimonio dell’UNESCO). Vi sarà affidata una guida che vi racconterà della scoperta e del significato delle incisioni. Khorixas è semplicemente un rest camp, per spezzare il viaggio dal Brandberg all’Etosha. A mente lucida probabilmente avrei preferito soggiornare in vicinanza dell’Etosha, ma questo non ha influito negativamente sul nostro viaggio. Cenetta leggera e si va a letto consapevoli che i due giorni successivi saranno una full immersion nel parco nazionale, tra gli animali che ne fanno sicuramente da protagonisti.
11 Settembre [Khorixas – Etosha National Park]
Sveglia di buon mattino, macchina fotografica carica,e via pronti per l’Etosha National Park.
All’ingresso i Rangers verificano le automobili (annotandosi la targa) e verificano che non siano portate all’interno armi o droni. Una volta arrivati nel campo di Okaukuejo (dove alloggeremo la prima notte) paghiamo il permesso e facciamo il checkin. I cancelli aprono all’alba e chiudono al tramonto (due grossi orologi collocati all’ingresso del campo segnalano gli orari in modo inequivocabile). Qui sta a voi, decidere se partecipare ad un game drive organizzato dallo staff del campus oppure avventurarvi con la vostra vettura sui sentieri del parco Etosha. 2 regole fondamentali: limite di velocità e mai scendere dalla macchina. Vi sarà concesso di tenere i finestrini completamente aperti senza sporgere nulla da essi.
Il primo giorno è semplicemente da panico: avvoltoi, zebre, leoni, elefanti, antilopi di ogni tipo, sciacalli e gnu… Alcuni erano veramente vicini e la cosa meravigliosa è che ignoravano completamente la presenza dell’uomo. Unico rammarico è stato quello di non aver visto il rinoceronte (da sempre uno dei miei animali preferiti). Rientrati nel campo un anziano del villaggio mi ha consigliato di attendere il rinoceronte nero alla pozza vicino il campo. “After the Sunset, he will come. Every day He comes”. Ed ebbene si, dopo 2 ore alle 22:30 il rinoceronte è arrivato e si è fatto immortalare alla pozza. Sensazionale.
12 Settembre [Etosha National Park]
Sveglia (come al solito di buon mattino) e partenza per il cancello ovest del parco. Carichi come muli abbiamo organizzato i circa 40km di sterrato che ci separano dall’uscita in modo da non correre troppo e per poter avvistare qualche altro animale. La dea bendata ci sorrideva e non lo sapevamo. In sequenza vediamo branco di elefanti (favolosi), ghepardo, e rinoceronte bianco femmina con cucciolo. Quest’ultimo è stato un sogno diventato realtà. Li ho avvistati nella savana, si sono avvicinati alla macchina ed hanno attraversato la strada pochi metri davanti a noi. Emozionante vedere come il piccolo trottorellava felice e la mamma lo teneva sulla “retta via” con delle musate sul fianco. Soddisfatti di quanto visto raggiungiamo il nostro lodge nelle vicinanze del parco. E’ il giorno del nostro anniversario, di conseguenza avevo organizzato un game drive privato per me e mia moglie. Rientriamo nel parco, questa volta con la guida e la classica Jeep rialzata ed aperta e subito incontriamo un branco di Elefanti. Poi via con Giraffe, Antilopi, Leoni, Zebre e chi più ne ha più ne metta. 11 e 12 settembre due giornate meravigliose, il fulcro di questa nostra esperienza africana.
13 Settembre [Etosha National Park – Waterberg National Park]
Parco del Waterberg: dopo aver macinato qualche km in macchina (forse un po’ di piu’ di qualche km) raggiungiamo il Waterberg. Il parco nazionale sorge su un’area boschiva e lo staff del nostro hotel organizza game drive in una riserva dove le specie vengono fatte riprodurre per scopi di ripopolazione di diversi parchi africani. Accettiamo di buon occhio la proposta in quanto oltre a rinoceronti e giraffe è presente il bufalo africano (uno dei famosi big five rappresentati sulle banconote sudafricane). Non avvistiamo rinoceronti ma in compenso sono riuscito a vedere il favoloso bufalo africano, un animale veramente degno di menzione. Sera tranquilla con un piccolo momento di “panico” quando una banda di babbuini in cerca di cibo ha tentato di intrufolarsi nel nostro chalet (meno male che alla reception ci avevano avvisato di chiudere tutto a chiave!).
14 Settembre [Waterberg National Park – Windhoek]
Il tempo è letteralmente volato. Ci ritroviamo ad aver percorso quasi 4000 km senza essercene praticamente accorti. Ci ritroviamo nella capitale, dopo essere stati a trovare un’associazione che si occupa dell’istruzione di bambini, dove abbiamo deciso di conoscere la titolare, e da lì abbiamo iniziato un bellissimo percorso di adozione a distanza. A malincuore raggiungiamo la nostra guesthouse, dove sfiniti ma felici ricomponiamo le valige per il nostro rientro in Italia.
15 Settembre [Windhoek – Addis Ababa – Milano]
I voli sono puntuali, e tra il 15 ed il 16 Settembre rientriamo in Italia con scalo ad Addis Ababa. Sapevamo sarebbe stata una vacanza straordinaria, ma non avremmo mai immaginato che si potessero raggiungere simili livelli. La Namibia é uno stato molto tranquillo, dove se seguite le buone norme comportamentali del viaggiatore non avrete alcun tipo di problema. Il Fly&Drive si é dimostrata la tipologia di viaggio più adatta in quanto ci ha permesso di essere assorbiti al 100% dall’Africa Australe, dalle sue tradizioni e dalla sua cultura.
Banale dire che quando si arriva in Africa si “piange” due volte: quando arrivi e quando riparti. Si piange molto più volte: quando vieni caricato da un’antilope Oryx in quanto scocciata dalla tua vicinanza con la macchina fotografica; si piange quando ti esplode una gomma del deserto; ti piange quando una foca ti urla contro (Ebbene si anche da una foca mi sono fatto insultare), si piange quando trovi delle strutture che non soddisfano appieno i tuoi canoni. Ma soprattutto piangi perché riscopri valori ed ideologie che la frenesia e la quotidianità di ogni giorno ti portano via, e riesci veramente ad apprezzare le meraviglie che i tuoi occhi, ogni giorno, visualizzano davanti a te.
Grazie Namibia!
12 commenti
bell’ articolo e belle foto, davvero
un bel racconto, ma secondo me andava sdoppiato, é troppo lungo! comunque vedo delle colonne di basalto, non ho trovato pero riferimenti nel post! dove si trovano?
Si un racconto molto emozionante che abbiamo apprezzato molto, per questo abbiamo lasciato massima libertà a Stefano, la sua avventura in Namibia è d’ispirazione per noi. Un Africa ancora autentica e per molti versi selvaggia. Le colonne di Basalto si trovano nella Foresta Pietrificata, dichiarata monumento nazionale, è composta da tronchi diventati rocce silicee. Le Canne d’Organo sono delle colonne di basalto che si trovano alla base di una gola sulla Montagna Bruciata. Si formarono circa 120 milioni di anni fa, quando la roccia, raffreddandosi, si cristallizzò in colonne alte fino a 5 metri.
Che bello questo dettagliatissimo resoconto di viaggio! Mi ha fatto rivivere il mio di viaggio in Namibia dato che più o meno ho seguito un itinerario molto simile. La Namibia è un paese meraviglioso, se potessi ci tornerei anche domani!
Intenso racconto di un viaggio bellissimo. A me resterà per sempre nel cuore la Namibia, così immensa e con panorami incredibili e così tanti animali liberi che si avvicinano senza paura. Credo di aver visto la stessa famigliola di rinoceronti sono stata qualche settimana dopo 🙂
Mamma mia, queste foto tolgono il fiato! Grazie per aver condiviso questo pezzo di vita, l’Africa è da sempre uno dei miei sogni di viaggio, e spero di realizzarlo un giorno 🙂
Il viaggio in Namibia è uno di quelli che mi è rimasto nel cuore. Se ci ripenso immagino i tramonti, gli animali e il silenzio della savana. Uno sogno da vivere ad occhi aperti!
Complimenti un reportage davvero bello degli animali e del paesaggio. Mi piacerebbe andarci il prossimo anno
Che foto spettacolari! Non può non venire voglia di vivere un’esperienza del genere, così diversa dai viaggi tradizionali… Ora come ora fare un safari è al topo della mia wish list
Non sono mai stata in Africa, perché non mi sentivo pronta, ma da un po’ di tempo ci penso e non credo passerà tanto tempo prima che faccia il grande passo. La Namibia potrebbe essere una meta ispirante per un itinerario naturalistico, amo ritrovarmi in messo la natura.
Non sono mai stata in Africa, perché non mi sentivo pronta, ma da un po’ di tempo ci penso e non credo passerà tanto tempo prima che faccia il grande passo. La Namibia potrebbe essere una meta ispirante per un itinerario naturalistico, amo ritrovarmi in mezzo la natura.
L’Africa non è un luogo che mi chiama molto, ma la Namibia con i suoi paesaggi incredibili è decisamente un’eccezione!!